«Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.» (Gal 5,1.13-18)
«Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme …» (Lc 9,51-62)
In questa XIII Domenica del TO la Parola di Dio ci invita a fare memoria di ciò che il Signore ha compiuto per noi e a comportarci di conseguenza.
Già nella prima lettura, con le parole di Elia, il Signore ci dice: sai che cosa ho fatto per te. Ben più che Eliseo, infatti, noi siamo stati riempiti dallo Spirito; siamo stati unti Re, Sacerdoti e Profeti; siamo stati conformati a Cristo morto e risorto; siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato e delle passioni (II lettura). Siamo invitati, quindi, a comportarci da uomini liberi.
La libertà, però, lo sappiamo bene, non consiste nel fare “ciò che ci passa per la testa”, ma nel fare ciò che è Bene, nel fare “ciò che è da fare”. La vera libertà è quella mostrataci da Gesù oggi nel Vangelo: Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Solo chi si possiede pienamente ed è quindi veramente libero può fare della sua vita un dono. È questo, infatti che Gesù va a compiere a Gerusalemme: va a donare la sua vita in obbedienza al Padre e per amore.
Dinanzi a tanta libertà, fanno da contrasto gli incontri compiuti da Gesù lungo i cammino. Il primo è un “incontro mancato”: i samaritani non vogliono accoglierlo. Sono ancora schiavi del loro pregiudizio. La motivazione riportata dall’evangelista, però, («era chiaramente in cammino verso Gerusalemme») potrebbe essere letta “spiritualmente” e riguardare qualcosa di molto vicino a noi: la paura della croce. Può capitare anche a noi, infatti, di rifiutare certe occasioni di incontro con il Signore, certe occasioni per compiere la Sua Volontà, perché chiaramente orientate alla croce che ancora ci è di scandalo. Dinanzi il rifiuto, Gesù non si impone: passa oltre. Chissà se quei samaritani avranno mai capito chi hanno rifiutato! Chissà se noi capiremo mai ciò che abbiamo perso ogniqualvolta abbiamo detto “no” a Gesù per paura della Croce!
Dopo questo rifiuto, l’evangelista ci presenta un discepolo entusiasta: «Ti seguirò dovunque tu vada». Noi non conosciamo le motivazioni di quest’uomo, ma la risposta di Gesù ci ammonisce a non cercarLo per avere un “posto al sole”; per “sistemarci”, per avere un ruolo che ci faccia stare tranquilli: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
Nel terzo incontro, è Gesù a chiamare un uomo che, però, rimanda la sequela: “… permettimi di andare prima a seppellire mio padre”. È il modello di tutti quelli che non si decideranno mai, che posticiperanno sempre la scelta: “Da domani … !” … un domani che non verrà mai! Gesù ci invita a prendere oggi la ferma decisione di seguirlo, di diventare suoi discepoli.
Infine, abbiamo l’incontro con il tentativo di “compromesso”: «Ti seguirò … però …». Quante volte anche noi ci comportiamo così: “Sono cristiano, però non è che posso perdonare sempre chi mi fa del male!”; “Sono cattolico, però la domenica ho altro da fare, non posso venire sempre a Messa!”; “Sono cristiano, però non è che posso pagare tutte le tasse …” … quanti “sì, però” nella nostra vita! Oggi Gesù ci ammonisce che «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Niente compromessi! Siamo stati liberati dalla “schiavitù della carne”, siamo invitati a vivere non più per noi stessi, ma per Dio che ci ha chiamati. Accogliamo l’invito di Gesù e seguiamolo con ferma decisione: «camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne.»
Fra Marco.