«… se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.» (Rm 5,12-15)
«E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; … chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10,26-33)
La Parola di Dio di questa domenica, dodicesima del Tempo ordinario, ci esorta: «Non abbiate paura». Fin dalla prima lettura, infatti, ascoltando la vicenda di Geremia minacciato dai suoi avversari a causa di ciò che il Signore lo inviava ad annunziare, siamo esortati ad imparare da lui a fidarci del Signore: i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere.
La vittoria finale è del Signore che ha sconfitto anche il peccato e la morte: di cosa dunque dobbiamo avere paura? La nostra vita è nelle mani amorevoli del Padre e persino i nostri capelli sono tutti contati.
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima. Nel Vangelo di oggi il Maestro esorta i suoi discepoli ad annunciare con coraggio la Verità senza preoccuparsi della persecuzione degli uomini. È ciò che hanno fatto i martiri di tutti i tempi. Nel nostro tempo, poco prima di subire il martirio, il beato Pino Puglisi rispondendo a chi lo esortava ad essere “prudente” nell’annuncio del Vangelo, mostrò di avere ben compreso l’insegnamento del Maestro rispondendo: «Il massimo che possono farmi è ammazzarmi. E allora?» E ancora: «Non ho paura di morire se quello che dico è la verità» (fonte: http://www.padrepinopuglisi.it). Padre Pino era sacerdote, uomo tutto consacrato all’annuncio del Regno, e il Signore ha permesso che la sua testimonianza arrivasse fino al martirio cruento.
Magari non a tutti noi è chiesto il martirio cruento, ma sicuramente a tutti noi è chiesto di testimoniare la nostra fede dinanzi al mondo. Una testimonianza che al “mondo” dà fastidio. Nella società occidentale contemporanea, per esempio, si vorrebbe relegare la fede, quella cristiana in particolare, alla sfera privata. Oggi, magari in nome di un malinteso senso di accoglienza, si vorrebbe che i cristiani non manifestassero in alcun modo la loro fede in pubblico. Un esempio per tutti, la volontà di togliere i crocefissi dai luoghi pubblici … una proposta portata avanti da chi, pur non essendo musulmana, porta il velo per non offendere i musulmani!
Un malinteso desiderio di libertà, poi, porta, in altri ambiti, a rifiutare ogni verità oggettiva, persino quella del proprio corpo, percepita come limitante la libertà. Da qui l’ostracismo e la persecuzione, incruenta – almeno nella maggior parte dei casi - ma non per questo meno violenta, di chi difende la “famiglia tradizionale” formata da un uomo e una donna (l’unica famiglia contemplata nella Rivelazione: Gen 1,27-28).
In questo contesto, i cristiani siamo invitati a dare testimonianza (il versetto alleluiatico di oggi), a vivere pubblicamente la nostra fede, a non avere paura di annunziare la Verità.
… chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ecco di cosa dobbiamo avere paura, di essere rinnegati da Cristo. Finche siamo con Lui, finché lo riconosciamo – coi fatti e nella verità – nostro Signore, la nostra vita è al sicuro nelle Sue mani. Se invece lo rinnegheremo, allora sì che saremo in balia delle potenze del mondo e avremo motivo di avere paura!
Annunciamo, allora, la nostra fede riconosciamo senza vergogna dinanzi agli uomini il nostro Signore Gesù Cristo. «Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!»
Fr. Marco