«… il Dio del Signore nostro Gesù Cristo … illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.» (Ef 1, 17-23)
«A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28, 16-20)
Quest’oggi celebriamo la solennità dell’Ascensione: il Verbo del Padre che ha assunto la nostra natura umana, che ha vissuto in mezzo a noi condividendo le nostre miserie (tranne il peccato), che ha offerto la sua vita per amore sulla croce, adesso, dopo la sua resurrezione e dopo avere istruito i suoi per 40 giorni, ascende al Cielo portando nel seno del Padre la nostra umanità glorificata. L’umanità, che a causa del peccato aveva perso la comunione con Dio, adesso è introdotta nel seno del Padre.
La seconda lettura ci invita ad accogliere lo spirito di sapienza che viene dal Padre, a lasciare che la Fede illumini gli occhi del nostro cuore, a testimoniare la nostra Speranza: il nostro destino è nei cieli dove raggiungeremo il nostro Signore Gesù Cristo. La Speranza cristiana infatti non è la speranza di cui un detto popolare afferma: “chi di speranza vive, disperato muore“; non ha niente a che fare con la speranza di vincere il superenalotto; la Speranza cristiana non è una speranza “incerta” e senza fondamento, la speranza degli illusi. La Speranza Cristiana è la Speranza Certa (come la chiama S. Francesco) di chi sa a chi ha creduto: Cristo che è la Via la Verità e la Vita, il perfetto compimento di tutte le cose.
Manteniamo salda, allora, la nostra Speranza e testimoniamola con una vita tesa a raggiungere il nostro Maestro e Signore che oggi contempliamo ascendere glorioso, ma che un giorno vedremo tornare in modo altrettanto Glorioso per assumere definitivamente la sua Signoria sul mondo.
Celebrando la solennità dell’Ascensione, però, non facciamo soltanto memoria della “partenza” di Gesù dalla nostra realtà terrena, ma ricordiamo anche l’inizio del tempo della Chiesa. Già nella prima lettura, infatti, vediamo tratteggiata la Chiesa nei suoi tratti essenziali: gli apostoli, testimoni della passione, morte e resurrezione di Gesù; lo Spirito promesso, il testimone per eccellenza “che rivelerà ogni cosa” (cfr. Gv 14, 26 e 15, 26); e il campo della missione: “fino ai confini della terra”.
Anche nel Vangelo è presentato il momento in cui Gesù dona il mandato alla Chiesa nascente. Alcuni elementi del Vangelo meritano, a mio parere, di essere evidenziati: “In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.” La prima cosa che si nota, è che la Chiesa cui Gesù consegna il mandato è “mancante”: fin dalla sua origine, è macchiata dal peccato reso evidente dall’assenza di Giuda e dal “dubbio” degli apostoli. È a questa Chiesa, tuttavia, che il Signore promette l’assistenza (la forza) dello Spirito, ed è questa Chiesa che manda a “fare discepoli tutti i popoli”. Il luogo, poi, che Gesù sceglie per incontrare i suoi e dare inizio al tempo della Chiesa è la “Galilea delle genti” (Cfr. Mt 4,12-16), luogo di confine fortemente abitato da popoli pagani: fin dalle sue origini, la Chiesa è destinata ad essere luce per tutte le genti, ad essere “cattolica” (universale).
Parlando di Chiesa, infine, vorrei si fosse chiaro che questa non è composta solo dal clero. Tutti i battezzati componiamo la Chiesa, il corpo di Cristo di cui siamo membra. Ciascuno ha una missione, una vocazione particolare, all’interno di questo corpo, ma a tutto il corpo, quindi anche a ciascuno di noi, è dato il mandato di annunziare, ma ancor meglio, di testimoniare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Nessun battezzato può sentirsi estraneo alla Chiesa cattolica o può esimersi dalla sua missione.
Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Alla Chiesa nascente, oltre l’assistenza delle Spirito Santo (I lettura), il Signore promette anche la sua continua presenza. Avendo raggiunto l’eternità di Dio, Gesù è adesso presente, ovunque e in ogni tempo, “dove due o tre sono riuniti nel suo nome” (Cfr. Mt 18,20).
Con questa Speranza e animati dallo Spirito, cominciamo oggi la nostra missione per instaurare il Regno di Dio. Cominciamo da noi permettendo a Cristo di essere sempre più il Signore della nostra vita.
Fr. Marco