«Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.» (1Cor 1,10-13.17)
«Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, … Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”» (Mt 4,12-23)
In questa terza domenica del tempo ordinario la Parola di Dio torna a parlarci della Luce che viene nel mondo per illuminare coloro che camminano nelle tenebre. Oggi però, ci soffermeremo sul popolo che da questa Luce viene illuminato. In prima istanza, al tempo i cui scrive Isaia, si tratta di Israele, il popolo di Dio, che viene liberato dall’esilio seguito alla vittoria del re assiro Tiglet Pilezer (I lettura). Oggi il popolo di Dio chiamato ad accogliere la Luce è la Chiesa, il popolo della nuova ed eterna alleanza, di cui oggi scorgiamo gli inizi nella predicazione di Gesù e nella chiamata dei primi quattro discepoli.
«“Venite dietro a me” … lo seguirono» questo, infatti è la Chiesa: un popolo di discepoli che, chiamati da Gesù si mettono alla Sua sequela. La Parola di Dio di oggi ci offre l’occasione per una riflessione sulla Chiesa, perché ripropone i suoi elementi costitutivi che ricordiamo nella nostra professione di Fede, quelli del suo essere una, santa, cattolica e apostolica.
Una. La Chiesa è una perché viene da Cristo, che è il suo capo. Da Cristo è adunata e dietro di Lui cammina. Le varie comunità cristiane, le varie spiritualità, i vari cammini, si riconoscono tutte come parte dell'unica Chiesa fondata da Cristo. Esiste un solo battesimo, una sola fede che lega i credenti in Cristo. Per questo Paolo, nella seconda lettura, combatte vigorosamente ogni spirito settario e ogni tentativo di manipolazione da parte di un gruppo. È una tentazione ricorrente quella di pensare ad un gruppo come canale esclusivo o privilegiato di salvezza. Nell'unica Chiesa lo Spirito Santo ha suscitato e continua a suscitare molteplici cammini e "spiritualità"; ciascuno di essi è una ricchezza per la Chiesa purché, nella sequela dell'unico Maestro, rimanga in comunione con tutti gli altri.
Santa. La Chiesa è santa perché costituita da uomini e donne “santificati” per il loro battesimo in Cristo. La santità è prima di tutto dono prezioso, assolutamente gratuito. A questo dono gratuito siamo chiamati corrispondere portando frutto con la conversione, cioè il continuo adattamento alla volontà del Padre, come Cristo ce l'ha comunicata e come lo Spirito continuamente ce la propone. La Chiesa è santa, ma questa santità si deve manifestare nei suoi membri. Troppo spesso, invece, noi battezzati "appesantiamo" la Chiesa con il nostro peccato. Per questo anche oggi il Vangelo ci invita alla conversione, a correggere la rotta del nostro cammino, per seguire Gesù Cristo, il Santo di Dio.
Cattolica. Il richiamo alle tribù del nord, Zabulon e Neftali, il continuo richiamo alla “Galilea delle genti”, zona spesso abitata o attraversata da pagani, ricordano alla chiesa la vocazione di essere aperta sul mondo. Gesù ha scelto di vivere la sua vita nascosta e di iniziare la sua vita pubblica in Galilea per mostrare la vicinanza con gli ultimi e con gli esclusi; tutti quindi siamo chiamati a riconoscersi fratelli. «Nella chiesa nessun uomo è straniero» (Giovanni Paolo II nella giornata del migrante del 5 settembre 1995.)
Apostolica. L'unico fondamento, Cristo, prende concretezza storica negli apostoli e nei loro successori (i vescovi) in comunione con il vescovo di Roma, il papa. La esplicita chiamata degli apostoli (i primi quattro nel vangelo di oggi) denota la precisa volontà di Gesù di organizzare la chiesa in questo modo. I vescovi, successori degli apostoli a capo delle varie chiesa locali, sono garanti della fede e guidano la comunità locale nella sequela di Cristo. L’apostolicità, tuttavia, riguarda la Chiesa anche in tutti i suoi membri: tutti i battezzati, infatti, siamo apostoli, cioè “inviati”, chiamati a portare la buona notizia del Vangelo nei nostri ambienti quotidiani perché il mondo veda la Luce di Cristo e gioisca.
Concludo con l’invito ad amare il mistero della Chiesa di cui siamo membra e a pregare perché questo popolo della Nuova ed Eterna Alleanza, a cui il Signore ha chiesto di diffondere luce sul cammino tortuoso degli uomini, divenga sempre più segno di salvezza e speranza per tutti.
Fra Marco