« … è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà …» (Tt 2,11-14)
«Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.» (Lc 2,1-14)
È giunta la notte di Natale. Celebriamo il memoriale della nascita del nostro Salvatore. Nella prima lettura di questa notte ascoltiamo la profezia di Isaia che annuncia la venuta del Principe della Pace che viene a portare la Luce, la Gioia e la Pace nel mondo. Particolarmente significativa è l’immagine dei calzari dei soldati e dei mantelli bruciati.
Nella pagina del Vangelo, ci viene raccontata la nascita del Salvatore che sceglie per sé l’umiltà e la debolezza. Gesù, infatti, il Verbo di Dio che si è fatto uomo, si manifesta al mondo nell’umile e indifeso bambinello deposto in una mangiatoia. Egli, tuttavia è il Dio potente, il Principe della pace. Viene infatti a portare nel mondo la Pace vera che nasce da un cuore riconciliato, capace di riconoscere il Padre e quindi anche i fratelli. Un cuore in pace con se stesso e quindi con i fratelli che ha attorno. Se davvero accogliessimo Gesù nella nostra vita, se lo lasciassimo entrare nei nostri cuori per riconciliarli con il Padre e con i fratelli, non avremmo più bisogno di fare guerre.
«… per loro non c’era posto nell’alloggio» oggi come allora, purtroppo Gesù non trova posto nella nostra vita: siamo troppo impegnati a cercare la felicità, la realizzazione, per accogliere Colui, l’unico, che può darcele! Ecco che allora continuiamo a fare guerra. Questa notte, contemplando la nascita del Principe della Pace, infatti, non posso fare a meno di pensare alle innumerevoli guerre che ancora si combattono nel mondo. Alle guerre che si combattono con le armi e che mietono innumerevoli vittime innocenti (penso ai bambini di Aleppo); ma anche e soprattutto alle guerre che ancora combattiamo fra noi: guerre in famiglia, magari per una porzione di eredità; guerre sul posto di lavoro per accaparrarsi un po’ di autorità … guerre generate dalla brama di avere, di potere e di piacere. Siamo “assetati di vita”, ma nella nostra cecità la cerchiamo dove invece è morte. Viene nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo, lasciamolo entrare nei nostri cuori perché illumini le nostre tenebre e ci riconcili con Dio e con i fratelli.
Auguri. Che questo Natale possa essere realmente l’inizio di una vita nuova in cui splende la Luce di Cristo.
Fr. Marco