«Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele.» (At 13,22-26)
«… domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.» (Lc 1,57-66.80)
La solennità della Natività di Giovanni il Battista ci parla della grandezza del dono della vita. Ogni essere umano è “dono di Dio” (Giovanni, dall'ebraico Jòhànàn "dono del Signore") e manifesta che “Dio è misericordioso” (significato, per estensione, del nome Giovanni).
Ogni essere umano è pensato da Dio fin dall’eternità, è chiamato all’esistenza da Dio. Per ciascuno il Signore ha un progetto d’amore, realizzando il quale, ogni essere umano realizzerà la propria vita e contribuirà all’avvento del Regno.
Oggi mi colpiva particolarmente, però, ciò che nel vangelo si dice riguardo il padre di Giovanni, Zaccaria: egli all’annuncio dell’angelo ha dubitato, non ha voluto riconoscere la Grazia che gli veniva fatta, l’ha ritenuta impossibile. Per questo si è chiuso alla relazione: resta muto e sordo (gli si rivolgono a gesti). Solo quando, abbandonando la propria presunzione, riconosce il dono gratuito di Dio (Giovanni è il suo nome), si riapre alla relazione e proclama le lodi di Dio.
Non rstiamo chiusi alla relazione, riconosciamo che nulla è impossibile a Dio e rendiamo grazie per gli infiniti doni, primo fra tutti quello della vita, che Egli sempre ci elargisce.
Fr. Marco