In questa solennità del Corpus Domini, lascio che sia S. Francesco con la sua Ammonizione Prima a guidarci nella meditazione.
«Il Signore Gesù dice ai suoi discepoli: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno può venire al Padre mio se non per me. […] Perciò tutti coloro che videro il Signore Gesù Cristo secondo l’umanità e non videro né credettero, secondo lo Spirito e la divinità, che Egli è il vero Figlio di Dio, sono condannati; e così ora tutti quelli che vedono il sacramento del corpo di Cristo, che viene consacrato per mezzo delle parole del Signore sopra l’altare per le mani del sacerdote sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono secondo lo spirito e la divinità, che sia veramente il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati perché l’Altissimo stesso ne dà testimonianza e dice: Questo è il mio corpo e il sangue del nuovo testamento (Mc 14,22-24); e ancora: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna (Gv 6,55).
Per cui lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, egli stesso riceve il santissimo corpo e sangue del Signore;tutti coloro che non partecipano del medesimo Spirito e presumono accogliere il Signore, mangiano e bevono la loro condanna (1Cor 11,29). Per cui: Figliuoli degli uomini, sino a quando avrete duro il cuore (Sal 4,3)? Perché non riconoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio (Gv 9,35)?
Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale (Sap 18,15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato; e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo santissimo corpo e sangue sono vivi e veri. E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo (Mt 28,20).» (S. Francesco d’Assisi, Ammonizione I, FF 141-145)
Nella prima parte dell’ammonizione, S. Francesco presenta Cristo come Via che il Padre percorre fino a noi; Nella seconda ce lo presenta come nostra Vita. Francesco fa un paragone tra noi e i contemporanei di Gesù: come alcuni di essi videro il corpo materiale e meritarono la condanna perché non riconobbero il Figlio di Dio, «così ora tutti quelli che vedono il sacramento del corpo di Cristo, che viene consacrato per mezzo delle parole del Signore sopra l’altare per le mani del sacerdote sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono secondo lo spirito e la divinità, che sia veramente il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati …» (I Am. FF 142).
Bisogna quindi passare al “vedere e credere secondo lo spirito e la divinità”. Per Francesco la vita cristiana culmina nell’unione con Gesù Cristo che avviene nel “sacramento del Corpo di Cristo” : chi crede e vive tale unione è coinvolto nell’opera redentrice di Cristo e non sarà giudicato.
Dalla fede/incredulità dipende la nostra salvezza/condanna. Bisogna fare attenzione perché il pericolo è reale anche per noi: attraverso l’abitudine generata dalla quotidianità dell’incontro, attraverso la poca serietà nel riceverlo, rischiamo di sconfessare con la vita la fede che professiamo con le parole.
Credere, infatti, come il conoscere, per quanto riguarda Gesù Cristo, si traduce con amare: non si può conoscerlo o credere in lui senza per ciò stesso amarlo come Signore delle nostra vita. Nel sacramento del corpo e sangue di Cristo ci incontriamo con il nostro Signore che amiamo e l’amore va manifestato praticamente.
Ma anche in questo il Signore ci viene incontro nel suo Spirito Santo, l’amore tra il Padre e il Figlio, che, riversato nei nostri cuori, ci da la capacità di riconoscere e accogliere il Signore Gesù. Francesco assegna un ruolo determinante allo Spirito arrivando ad una conclusione sorprendente: «Per cui lo Spirito del Signore, che abita nei suoi fedeli, egli stesso riceve il santissimo corpo e sangue del Signore; tutti coloro che non partecipano del medesimo Spirito e presumono accogliere il Signore, mangiano e bevono la loro condanna» (I Am. FF 143a).
Se Dio abita in noi, abbiamo parte con Dio, partecipiamo dello stesso Spirito. Ecco perché è lo Spirito che riceve il corpo e il sangue del Signore. A Dio, che è Spirito, deve corrispondere l’uomo spirituale. La comunione, quindi, è un atto estremamente spirituale alla quale la carne quasi non partecipa. Senza la partecipazione allo Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5), non si può ricevere degnamente il corpo di Cristo.
Fra Marco