«Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.» (Rm 8, 18-23)
«Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti» (Mt 13, 1-23)
In questa XV domenica il Maestro già nella prima lettura, per bocca del profeta Isaia, ci ricorda che la Sua Parola è efficace, ha la capacità di cambiare la nostra vita, di portare frutto, di renderci sempre più “figli di Dio” conformandoci a Cristo.
Se questo è vero, però viene spontaneo chiedersi il perché le nostre vite, così spesso e abbondantemente raggiunte dalla Parola, non cambiano. A questo interrogativo risponde il Vangelo: il seme è efficace e abbondante, ma non sempre il terreno in cui cade è disposto ad accoglierlo perché porti frutto. Può capitare che ascoltiamo la parola con distrazione e superficialità – a volte il nostro ascolto è così superficiale che, appena terminata la messa, non ricordiamo che cosa è stato proclamato- : siamo come la terra lungo la strada, impermeabili alla parola, non le permettiamo di penetrare nella nostra vita. È l’atteggiamento assunto da chi non si preoccupa di comprendere ciò che il Signore gli sta dicendo, da chi ascolta il Vangelo come fosse una “favoletta” che non ha niente a che fare con la vita reale. Per questa categoria di ascoltatori vale la condanna pronunciata dal profeta Isaia e oggi riportata nel Vangelo: sentono, ma non si preoccupano di comprendere e per questo si escludono dall’essere salvati. L’atteggiamento dei discepoli, invece, è quello di interrogare il Maestro, di mettersi con sincerità dinanzi alla Parola per comprenderla e realizzarla.
Può capitare anche che ascoltiamo la Parola con entusiasmo, ma non siamo disposti a sopportare la “persecuzione” e il rifiuto di coloro i quali seguono la logica del mondo: appena la Parola ci chiede di metterci in opposizione al modo di pensare e di agire del “mondo”, rinunciamo e ci conformiamo piuttosto al “così fan tutti”.
Capita, infine, che siamo anche disposti ad accogliere la Parola con le migliori disposizioni, ma nella nostra vita sono presenti tante di quelle “preoccupazioni del mondo” (direbbe il Vangelo le cose “di cui si preoccupano i pagani”), che soffocano la Parola impedendole di portare frutto. È ciò che avviene, per esempio, quando abbiamo compreso che il Vangelo ci chiama al perdono, ma diciamo tra noi: “Se io perdono sempre, finirà che mi metteranno i piedi addosso … non posso essere sempre io a fare il primo passo!”. Oppure quando abbiamo capito che siamo chiamati a dare a chi ha bisogno, ma ci facciamo frenare dalla preoccupazione che ciò che oggi potremmo dare, domani potrebbe servire a noi.
Oggi il Signore ci invita ad interrogarci: come accolgo la Parola seminata nel mio cuore? Se ci interroghiamo con sincerità, penso che dovremo confessare che spesso abbiamo impedito alla Parola di entrare realmente nella nostra vita e portare frutto. In tal caso, la prima cosa che penso tutti dobbiamo fare, è chiedere al Signore di dissodare il terreno del nostro cuore per renderlo idoneo ad accogliere la Parola. Il vangelo di oggi, inoltre, ci invita a prendere esempio dai discepoli e fermarci ad interrogare il Maestro sul Significato della su Parola: ascoltiamo con attenzione e fermiamoci a meditare la Parola, non lasciamola cadere senza comprenderla.
Un consiglio, infine, lo traggo dall’esperienza del serafico padre S. Francesco: egli metteva in pratica immediatamente ciò che comprendeva della Parola e ciò gli permetteva di comprenderla sempre meglio. Impariamo anche noi a fare così: ora, subito, mettiamo in pratica ciò che abbiamo compreso della Parola; se anche la nostra comprensione è parziale, il Signore ci darà una comprensione più profonda e la Parola porterà frutto in noi. Facendo in questo modo, giorno dopo giorno, faremo della nostra vita un capolavoro e contribuiremo alla piena realizzazione del Regno.
Fr. Marco