«Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; … Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.» (1Gv 5,1-9)
« … in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”». (Mc 1,7-11)
Con questa solennità del Battesimo del Signore si conclude il tempo liturgico del Natale. Il Battesimo suggerisce molto bene il senso globale del tempo di Natale nel quale il tema del diventare figli di Dio grazie alla venuta del Figlio unigenito nella nostra umanità costituisce un elemento dominante. Egli si è fatto uomo perché noi possiamo diventare figli di Dio. Dio è nato perché noi possiamo rinascere.
Questi concetti ritornano continuamente nei testi liturgici natalizi. Pensiamo a ciò che scrive san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo che spesso in questi giorni ci è stato proposto: “A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Ciò è proprio quanto avviene nel sacramento del Battesimo. Con tale sacramento l’uomo diventa realmente figlio, figlio di Dio. Da allora, il fine della sua esistenza consiste nel raggiungere in modo libero e consapevole ciò che fin dall’inizio è la destinazione dell’uomo. Anche a ciascuno di noi, conformati a Cristo nel Battesimo, il Padre dice: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Generato dal Battesimo a vita nuova, il cristiano inizia il suo cammino di crescita nella fede che lo porterà ad invocare consapevolmente Dio come “Abbà – Padre”, a rivolgersi a Lui con gratitudine e a vivere la gioia di essere suo figlio.
Per potere vivere di questa vita nuova che ci è stata regalata, per accogliere il compiacimento del Padre, siamo, però invitati all’ascolto obbediente della Parola. È ciò che ci dice oggi il profeta Isaia nella prima lettura: ascoltate e vivrete!
Ascoltare il nostro Maestro Gesù Cristo, il Verbo del Padre che si è fatto carne, significa anche fidarci di Lui, riporre in Lui la nostra fede; ciò comporta non credere ad altri “maestri”, non vivere “secondo il mondo”, ma “secondo il vangelo”. Solo così, obbedendo al comandamento dell’amore di Dio autenticato dall’amore dei fratelli, dimostreremo di essere diventati nuova creatura, di essere stati “generati dal Dio” (II lettura). Come cristiani, infatti, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come “lievito” di un’umanità nuova, solidale e ricca di pace e di speranza.
Fra Marco