«Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!» (1Cor 6,13-15.17-20)
«Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?”.Disse loro:“Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.» (Gv 1,35-42)
Nella seconda domenica del Tempo ordinario la Parola ci presenta due storie di vocazione e discepolato. Nella prima lettura ci viene raccontata la vocazione di Samuele. Nel Vangelo ascoltiamo di come si sono uniti a Gesù i suoi primi discepoli.
Ciò che risulta immediatamente evidente da questi due racconti di vocazione è la necessità di una guida che aiuti a riconoscere il Signore. Nella prima lettura è il sacerdote Eli a dire a Samuele chi lo sta chiamando e come rispondere. Nel Vangelo è Giovanni il Battista a indicare a due suoi discepoli l’Agnello di Dio. Andrea e Giovanni lasciano, quindi, il Battista e si mettono alla sequela di Gesù.
Che cosa cercate? Queste sono le prime parole di Gesù che l’evangelista Giovanni ci riporta. Parole che sono rivolte ai discepoli di tutti i tempi: perché ci siamo messi alla sequela di Gesù? È importante che facciamo chiarezza: Che cosa cerchiamo? Cerchiamo la garanzia di non soffrire mai? Gesù ci promette tutt’altro: «Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua» (cfr. Mt 16,24). Cerchiamo la sicurezza economica? Gesù ci insegna la precarietà e a non confidare nei beni materiali: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche … il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (cfr. Lc 9, 3.58). Cerchiamo “potere”? Gesù ci insegna il servizio: «chi vuole essere il più grande, si faccia servo. Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e non per essere servito» (cfr Mc 10, 42-45).
“Rabbì, dove dimori?” … “Venite e vedrete” Ecco cosa è indispensabile cercare: la comunione con Lui. Nient’altro ci può realmente soddisfare: stare con Lui, ascoltare Lui, appartenergli (seconda lettura). I primi discepoli cercano solo Lui e vogliono stare con Lui, per questo Gesù li accoglie nella sua dimora. Di Samuele è detto che «il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole». Solo nell’ascolto della Parola, infatti, impariamo a riconoscere il volto di Gesù nella vita di tutti i giorni e nelle persone che incontriamo. La Parola di Dio è veramente capace di rispondere alle nostre domande più profonde di senso e di vita, e ci indica in Gesù il Maestro.
I discepoli quel giorno restarono con Lui e non ci è dato di conoscere cosa successe. L’evangelista ci riporta, però, gli effetti di quel “rimanere con Lui”: una gioia incontenibile che va annunciata: «Abbiamo trovato il Messia».
Anche noi, dopo essere rimasti con Lui, dopo avere ascoltato la Sua Parola ed avere accolto nel nostro cuore Lui vivo e vero nell’Eucarestia, siamo invitati ad annunciarlo al mondo perché anche i nostri fratelli possano scoprire il Signore della vita.
Fr. Marco