«Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!» (Rm 11,13-15.29-32)
«Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri» (Mt 15,21-28)
In questa XX domenica del TO la Parola ci presenta la salvezza che il Signore offre a tutti gli uomini di buona volontà.
Fin dalla prima lettura, infatti, sentiamo, per bocca del profeta Isaia, il desiderio che Dio ha di condurre “gli stranieri” sul suo santo monte per colmarli di gioia. Ciò che è importante per essere salvato, infatti, non è l’appartenenza ad un particolare popolo, ad un determinato gruppo o ad un’elite; ciò che conta è aderire al Signore, servirLo ed AmarLo con tutto il cuore; obbedire alla Sua legge scritta nei nostri cuori.
Chiunque, alla ricerca del Vero e del Buono, agisce secondo la propria coscienza, anche se senza sua colpa ignora il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, senza saperlo cerca Cristo e si sforza di aderire a Lui. È questo il senso di Lumen Gentium 16: «… quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, e tuttavia cercano sinceramente Dio, e sotto l'influsso della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di Dio, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna.» (LG 16 ripreso dal CCC 847)
Lo stesso messaggio di salvezza offerta a tutti ci giunge anche dal racconto evangelico della donna Cananèa: è una pagana, non appartiene al popolo eletto; lo stesso Gesù, secondo la logica giudaica del tempo, ribadisce la sua estraneità al popolo eletto: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
Eppure questa donna pagana riconosce Gesù come Messia (figlio di Davide) e Signore e, con la sua fede umile e perseverante, ottiene ciò che chiede e persino la lode: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».
Ecco, allora, ciò che serve per essere salvato: non l’appartenenza esteriore ad un popolo o ad un gruppo, ma l’adesione reale (anche se forse non esplicitata) al Signore Gesù; l’umile riconoscimento della propria piccolezza e incapacità di salvarsi da soli; la perseveranza nella preghiera; la fiducia nel Signore che si concretizza nell’amore e nel sevizio ai fratelli.
Comportandoci così saremo davvero discepoli del Signore e saremo anche noi condotti sul suo santo monte per esservi colmati di Gioia.
Fra Marco