2. La creatura è tanto più se stessa quanto più comprende il proprio “nulla” ossia la propria povertà, la propria piccolezza e sente nel cuore gli infiniti desideri di Dio.
3. La debolezza, la povertà e perfino il peccato non sono un ostacolo insormontabile all’Amore, anzi talvolta lo attraggono.
4. La Chiesa è sulla terra il “focolare dell’Amore” in cui si celebra l’incontro tra il Creatore e la creatura.
5. Quando la creatura si lascia attrarre e bruciare dall’Amore Infinito, trascina con sé nella sua ascesa tutti coloro che Dio le ha affidati.
Teresa ha compreso attraverso il movimento caritatevole del suo cuore e attraverso lo sguardo della fede il fondamento trinitario della Misericordia. Il volto del Padre e quello del Figlio quasi si sovrappongono nel suo cuore e nella sua mente: ha capito che la Misericordia è radicata nel mistero stesso della natura di Dio.
Teresa ci ha insegnato che Gesù non solo è pronto a sollevarci, a sorreggerci per ogni caduta, ma è disposto ad eliminare ogni nostra debolezza e peccato purché chiediamo il Suo aiuto.
Teresa alla fine vorrebbe trasmetterci l’Amore Misericordioso di Dio che tutto avvolge, come un oceano in cui la goccia si perde, come un abisso dove è dolce precipitare. Ha compreso che nelle creature c’è un grosso limite “nel dare amore”, ma che tuttavia possono essere tutti “infiniti nel ricevere amore e nel lasciarsi amare”.
Giovanni Paolo II a Lisieux (Omelia del 2 Giugno 1980)
«Essere bambini, diventare come bambini vuol dire entrare proprio nel mezzo della più grande missione che attraversa il cuore stesso dell’uomo. Teresa, lei lo sapeva perfettamente. Questa missione trae origine dall’amore eterno del Padre. Il Figlio di Dio, come uomo, in maniera visibile, “storica”, e lo Spirito santo, in maniera invisibile e “carismatica”, la portano a compimento nella storia dell’umanità».