Mi risuonano fortemente queste parole del Vangelo di oggi: ciò che importa per l’ingresso nel Regno non è fare delle belle preghiere, dire “Signore, Signore”; neanche fare belle omelie, fare profezie, guarire o fare esorcismi; non conta neanche fare miracoli ed avere visioni. Tutto ciò è utile ad edificazione della Chiesa, se messo a servizio dei fratelli; ma non serve per la nostra salvezza.
In proposito S. Francesco, nella Ammonizione V, ci mette in guardia che queste cose possono persino essere di ostacolo se diventano per noi occasione di vanagloria: «Infatti se tu fossi tanto intelligente e sapiente che tu avessi tutta la scienza e tu sapessi interpretare tutte le lingue e acutamente perscrutare le cose celesti (Cfr 1Cor 13,1-4), in tutto questo non ti puoi gloriare; poiché un solo demonio seppe delle cose celesti e ora sa di quelle terrene più di tutti gli uomini insieme; … Ugualmente se tu fossi più bello e più ricco di tutti e anche se tu facessi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono d’ostacolo e non sono di tua pertinenza e in queste non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità (Cfr 2Cor 12,5) e portare ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.» (FF 154)
Ciò per cui saremo salvati, quindi, è “fare la volontà del Padre” cioè credere nel Figlio e mettere in pratica la Sua Parola. Che significa, però mettere in pratica la Parola? Vivere secondo la logica delle Beatitudini e delle Antitesi (“Avete inteso …, mai io vi dico”). In particolare, mettere in pratica il “comandamento dell’Amore” (“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore … il prossimo come se stesso. Questa è la legge e i profeti” Mt 22,37-40), soprattutto verso i nemici (“amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano” Mt 5,43); perdonare per essere perdonati (Cfr Mt 6,14-15). E, soprattutto, come ci ricordava S. Francesco nell’Ammonizione citata: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.» (Mt 16,24-25).
Ecco, cosa importa: non conta fare miracoli, avere visioni e fare profezie, ma rinnegare se stessi, la propria logica, la logica del mondo, e seguire Gesù e la “logica del Vangelo”. Dire “No” al proprio io ogniqualvolta si erge contro Dio e i fratelli. Aprire il cuore all’Amore gratuito e generoso che si dona senza misura. Se faremo così la nostra casa sarà costruita sulla Roccia e quando arriveranno le “tempeste della vita” (che prima o poi arrivano per tutti), non crolleremo, ma, aggrappati a Cristo resteremo saldi.
Fr. Marco.