Oggi, solennità di Cristo Re, ci viene proposto nel Vangelo non una teofania gloriosa, ma uno stralcio dell’ingiusto processo di Gesù dinanzi a Pilato.
Alla domanda di Pilato sulla sua regalità, Gesù risponde tentando di fargli prendere posizione. Anche noi siamo invitati quest’oggi a prendere posizione: Gesù è il nostro re, il nostro Signore? Diciamo così “per sentito dire”, ripetendo qualcosa che ci hanno insegnato, o perché realmente abbiamo scelto di vivere sotto la sua Signoria? Siamo di quelli che dicono “Signore, Signore …”, o di quelli che mettono in pratica la Parola? Sappiamo bene che Gesù ci ha avvertiti: non chiunque dice Signore, Signore, … ma chi fa la volontà del Padre mio entrerà nel Regno.
Non si possono servire due padroni: non possiamo dirci discepoli di Cristo e vivere secondo il mondo. Gesù afferma chiaramente che il suo regno non è di questo mondo. Quest’oggi sono a confronto la regalità del mondo e la regalità secondo il Vangelo: Pilato, la “regalità” del mondo, affermerà qualche versetto più sotto di avere il potere di salvare o condannare, ma in realtà, lo sappiamo bene, è schiavo: del suo “potere”, che non vuole perdere; della folla alla quale deve dare soddisfazione; del sinedrio che lo costringe a condannare a morte un uomo in cui, come dice lui stesso, non trova alcuna colpa.
Gesù, invece, è re secondo la verità: è libero e liberamente si dona per amore. Come lui stesso aveva affermato qualche pagina prima, “nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso” (Gv 10,18). Ecco la vera regalità che è libertà e capacità di amare senza condizionamenti e fino alle estreme conseguenze.
La Croce, che da sempre ha fatto scandalo al mondo, è il trono da cui Gesù regna sul mondo; il trono in cui si manifesta pienamente l’amore di Dio per noi; il trono su cui Gesù vittorioso ha sconfitto tutto ciò che ci rendeva schiavi, per renderci un regno di “sacerdoti” liberi e capaci di offrire la nostra vita per amore. Di spendere la vita donandole un senso che il mondo non conosce.
Gesù è chiaro: il suo Regno non è di questo mondo. Lui è il Re, come titolava un film di qualche decennio fa, il Re dei re, ma la sua regalità si manifesta in un modo assolutamente sconosciuto al mondo: donando la vita per amore!
Se oggi celebriamo questa solennità è perché possiamo prendere posizione.
È la nostra vita ad essere in gioco: possiamo metterla sotto la signoria del mondo cercando il potere, il possedere e il piacere; mettendo sempre il nostro io al centro della nostra vita. Al momento della verità, però, scopriremo che una vita così vissuta è vuota, insignificante …
Al contrario possiamo metterla sotto la signoria di Cristo, imparando da Lui a vivere pienamente donando la vita per amore, mettendo il “Tu” di Dio e del fratello al centro della nostra vita: sperimenteremo una gioia e una pienezza di senso della vita che il mondo non conosce e non comprende!
fr. Marco