«Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo» (Tt 2,11-14;3,4-7)
«Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”». (Lc 3, 15-16.21-22)
La festa del Battesimo del Signore che oggi celebriamo porta a compimento il mistero e il tempo di Natale: il Verbo, coeterno del Padre, che si è fatto carne per la nostra salvezza, mostra la Misericordia di Dio facendosi solidale con l’umanità peccatrice e si confonde con essa sulle rive del Giordano per ricevere un battesimo di penitenza.
Il battesimo impartito da Giovanni, infatti, come sappiamo, non è il sacramento che noi abbiamo ricevuto, ma un “lavacro” simbolico che suggellava il serio proposito di convertirsi, di fare penitenza. Gesù, l’unico innocente, non ne aveva bisogno. Da qui le proteste di Giovanni riportate nel vangelo di Matteo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”
Il Signore, però, vuole portare a compimento la Sua solidarietà con l’umanità; vuole salvare tutti senza distinzioni. Il Figlio eterno del Padre, il Volto della Misericordia di Dio, si confonde con i peccatori perché noi possiamo diventare figli. Da qui il compiacimento del Padre che dà inizio alla vita pubblica di Gesù.
La festa del Battesimo del Signore, però, ci dà anche l’occasione per fare memoria di quanto è avvenuto nel nostro Battesimo, quello che abbiamo ricevuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; quello in Spirito Santo e fuoco. Quel Battesimo che, innestandoci nell’Unigenito Figlio di Dio, ci ha resi figli: anche per noi il Padre, nel giorno del nostro battesimo, ha detto: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”.
Siamo diventati figli di Dio! Lo siamo perché il Battesimo ci ha conformati a Cristo, ci ha innestati in Lui. Questa conformità, però, deve essere visibile nel nostro quotidiano. Come figli siamo invitati ad imparare dal Figlio a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Siamo chiamati a portare frutto con la nostra vita perché il Padre possa compiacersi anche di noi.
Fra Marco