«Disceso all’inferno» – questa confessione del Sabato santo – sta a significare che Cristo ha oltrepassato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile e insuperabile della nostra condizione di solitudine. Questo sta a significare però che anche nella notte estrema, nella quale non penetra alcuna parola, nella quale noi tutti siamo come bambini cacciati via, piangenti, si da una voce che ci chiama, una mano che ci prende e ci conduce, la solitudine insuperabile dell’uomo è stata superata dal momento che Egli si è trovato in essa. L’inferno è stato vinto dal momento in cui l’amore è anche entrato nella regione della morte e la “terra di nessuno” della solitudine è stata abitata da lui
(J. Ratzinger, in J. RATZINGER – W. CONGDON, in Sabato della Storia, Milano 1998, 43-46, passim)