«Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.» (1Cor 3,9-11.16-17)
«… fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: “Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”» (Gv 2, 13-22)
Quest'anno, al posto della XXXII Domenica del Tempo ordinario, si celebra la festa della dedicazione della chiesa-madre di Roma, la basilica Lateranense, dedicata inizialmente al Salvatore e in seguito a san Giovanni Battista.
Nel Vangelo Gesù insegna che il tempio di Dio è, primariamente, il cuore dell'uomo che ha accolto la sua parola. Parlando di sé e del Padre dice: «Noi verremo in lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Nella seconda lettura di oggi Paolo scrive ai cristiani: «Non sapete che voi siete il tempio di Dio?» (1 Cor 3, 16). Tempio nuovo di Dio è, dunque, il credente. Luogo della presenza di Dio e di Cristo, tuttavia, è anche là, “dove due o più sono riuniti nel suo nome” (cfr. Mt 18, 20). Il concilio Vaticano II arriva a chiamare la famiglia cristiana una “chiesa domestica” (LG, 11), cioè un piccolo tempio di Dio, proprio perché, grazie al sacramento del matrimonio, essa è, per eccellenza, il luogo in cui “due o più” sono riuniti nel suo nome.
Come mai allora oggi celebriamo la solennità della dedicazione di una basilica, una chiesa di mura? Il motivo è che Gesù Cristo non ci salva separatamente gli uni dagli altri; egli è venuto a formarsi un popolo, una comunità di persone, in comunione con lui e tra di loro. Quello che è la casa, una abitazione propria, per una famiglia, è la chiesa per la famiglia di Dio. Non c'è famiglia, senza una casa. La chiesa di mura, la domus ecclesiae, è la “casa della Chiesa”, il luogo dove il popolo di Dio, la famiglia da Lui radunata, si incontra per condividere con Lui il Banchetto.
Ciò detto, vorrei soffermarmi brevemente sul Vangelo di oggi in cui vediamo un Gesù inedito che in maniera violenta, con una frusta di cordicelle, scaccia i venditori dal tempio. È un gesto profetico quello che sta realizzando. Non a caso i giudei presenti gli chiedono un segno di questa sua autorità profetica e Lui risponde rimandando al segno definitivo che lo indica come il “nuovo tempio”, colui nel quale siamo chiamati a vivere il vero culto in spirito e verità.
Dicevo che quello di Gesù è un gesto profetico che ha un significato più profondo di quello immediatamente visibile. Gesù caccia dal tempio quel tipo di commercio giustificato dal culto (vendevano animali per il sacrificio e cambiavano la valuta straniera in monete giudaiche, senza immagini pagane, per potere fare l’offerta al tempio), per purificare i culto ormai reso un mercimonio: “io ti offro il culto e tu (Dio) mi devi dare (mi sei debitore di) prosperità e salute”. Così lo vivevano i contemporanei di Gesù ed in particolare i farisei. Una logica che, purtroppo, non è troppo lontana da una certa religiosità ancora presente nel nuovo popolo di Dio che è la Chiesa; Do per avere: vado a messa la domenica, prego il rosario quotidianamente e tu, Dio, devi fare quello che io ti chiedo!
Oggi Gesù ci invita a non fare del culto un mercato: la chiesa di mura, le nostre basiliche, i nostri santuari, sono il luogo in cui si raduna la Chiesa di Dio per incontrare Lui, per stare in comunione con Lui e con i fratelli, ascoltare la Sua Parola, lasciarci nutrire da Lui, rivolgere a Lui le nostre suppliche fiduciose nel Suo Amore gratuito; non sono il luogo in cui andiamo a “comprare” la Grazia (che è sempre gratis) di cui abbiamo bisogno.
… non fate della casa del Padre mio un mercato! In questa solennità, allora, siamo invitati a riscoprire il senso autentico del radunarci come Chiesa e a purificare il nostro culto, il nostro modo di accostarci a Dio, per riscoprire la bellezza dell’essere popolo di Dio radunato ed animato dal Suo amore. Così facendo la Chiesa sarà davvero il luogo da cui esce quell'acqua che risana ogni cosa (I lettura) che è lo Spirito di cui noi saremo portatori in ogni luogo della nostra vita.
Fra Marco