«Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.» (Col 3,1-4)
«Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.» (Gv 20,1-9)
Il Vangelo del giorno di Pasqua si apre con una costatazione: quando Maria di Magdala si reca al sepolcro era ancora buio. Probabilmente Maria si è recata al sepolcro prima dell’alba, pressata dall’amore per il Maestro sepolto frettolosamente la vigilia della Pasqua; sappiamo, però, che il Vangelo di Giovanni ha una forte connotazione simbolica e ci è lecito, quindi, pensare che l’evangelista si riferisca anche allo stato d’animo di Maria: fino a che non scorge il sepolcro vuoto, fino a quando non sente la voce del Signore, nel suo animo c’è oscurità, lutto, senso di una perdita irrimediabile ed irreversibile.
Dinanzi al sepolcro vuoto, il lutto diventa sgomento e incomprensione e Maria porta la sconcertante notizia ai discepoli: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». L’attenzione si sposta adesso su Pietro e Giovanni, ma solo di quest’ultimo, quello che Gesù amava, si dice che vide e credette.
Ecco un raggio di luce! Per vedere, infatti è necessaria la luce. Penso che non sia per caso che l'evangelista sottolinea che si tratta del discepolo che Gesù amava (o sarebbe meglio leggere "quello che amava Gesù"?). È l’amore quella luce che permette a Giovanni di distinguere una presenza, quella del Risorto, nei segni di un’assenza.
Cosa vide, infatti? L’evangelista precisa: osservò i teli posati là, e il sudario. Il verbo greco usato dall’evangelista indica un guardare con attenzione, osservare con calma, rendersi conto di ogni particolare, riconoscere i singoli oggetti e la loro collocazione. I teli giacevano posati là, afflosciati, a indicare che le bende non erano in disordine, ma che giacevano a terra come sgonfie, perché non vi era più il corpo che li sostenesse. Sarebbero stati in disordine, se qualcuno li avesse frettolosamente tolti per trafugare il corpo.
Ad ogni modo conta che il discepolo “credette” anche se non comprese (v. 9). L’amore è probabilmente quella luce che gli permette di intuire la realtà di ciò che non può comprendere.
La prima lettura, poi, lega alcune conseguenze a questa fede amante, a questa Luce che permette di vedere: «chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». Pietro ci dice, inoltre, che chi crede in Lui ,chi, illuminato da questa fede amante, l’ha riconosciuto presente nella sua vita, è invitato all’annuncio e alla testimonianza.
Il Signore Risorto è vivo e presente in mezzo a noi. Premuriamoci di purificare i nostri occhi e di ravvivare il nostro amore per poterlo vedere e riconoscere: la nostra vita ne sarà trasformata. Auguri.
Fra Marco.