«Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.» (Eb 11,1-2.8-19)
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.» (Lc 12,32-48)
La pagina evangelica di questa domenica si apre con l’esortazione a non temere. Un invito che ricorre spesso nella Parola di Dio (qualcuno ha contato 365 volte: una per ogni giorno dell’anno).
«Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore» (1Gv 4,18). Già la grande frequenza con cui ricorre ci indica quanto sia importante questa esortazione a non temere: ne va della nostra Fede e della nostra Carità e quindi della pienezza della nostra Vita.
Ogniqualvolta, infatti, ci lasciamo dominare dalla paura, ci ritroviamo “paralizzati”, incapaci di fare scelte di Vita; spesso, anzi, nel tentativo di “salvarci la vita” facciamo “scelte di morte”. Il Signore, invece, ci esorta a non temere e a lasciarci guidare dalla Fiducia nell’Amore gratuito del Padre il quale ci dona la Vita, il Regno, tutto se stesso.
Se crederemo a questo amore, se ci lasceremo amare, allora saremo capaci di fare scelte liberanti, scelte di Vita; non saremo più schiavi dell’idolo del possesso, non ci affanneremo più ad accaparrare e a difendere ciò che non è capace di darci Vita, saremo capaci di condividere ciò che abbiamo: sapremo di avere un Padre che si prende cura di noi, avremo un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma.
Oltre ad esortarci a non lasciarci paralizzare dalla paura, il Vangelo di oggi ci invita anche a stare pronti, attivi. Ci invita a ricordarci che la vita è un “andare verso”, ha un senso, una meta; ci invita a ricordarci che attendiamo l’incontro con il nostro Signore. Un incontro che sarà festoso se sarà stato preparato; se non avremo permesso alle cose del mondo di intontirci tanto da farci dimenticare chi aspettiamo; se saremo rimasti operosi nell’amore (le vesti ai fianchi, il prendersi cura dei fratelli): Beati (felici) quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
Diversamente, dovremo rendere conto delle nostre scelte egoistiche, delle nostre scelte di morte: al momento incontro, il Signore ratificherà la nostra scelta di vivere senza di Lui. Ecco l’unica cosa che dobbiamo temere: essere privati di Lui che è la Vita, la Luce, ogni Bene …
L’incontro con il Signore, il fine, più che la fine della nostra vita terrena, non dovrà invece spaventarci se saremo stati operosi, se avremo mantenuto vive Fede, Speranza e Carità, se avremo fatto fruttare le innumerevoli grazie che il Signore ci ha donato. Il Signore ce lo conceda.
Fr. Marco