«Carissimi, avvicinandovi al Signore, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.» (1Pt 2, 4-9)
«Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? … Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto … io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14, 1-12)
In questa quinta domenica del tempo di Pasqua la Parola viene a rivelarci che nella Chiesa (e nel Regno) c’è un posto per tutti. Di questo Regno, inoltre, conosciamo la Via: Gesù che è Via, Verità e Vita.
Gesù anche oggi, ci invita ad avere fede, a fidarci di Lui e a seguire la Via che Lui ci mostra; l’unica via che corrisponde alla Verità del nostro essere e per la quale possiamo giungere alla Vita: la via dell’Amore che giunge fino alla donazione di sé. Di questo Amore, che è Dio ad immagine del quale l’uomo è creato, noi, a causa del peccato siamo diventati incapaci: spesso il mondo chiama amore ciò che in realtà è un interesse egoistico, un usare l’altro per il proprio piacere …
L’opera della redenzione, però, ci ha restituito la capacità di Amare: lo Spirito Santo, l’amore di Dio, che, effuso nei nostri cuori, ci fa gridare “Abbà, Padre” (Cfr. Rom 8,15). Senza la Grazia che ci raggiunge nei sacramenti, infatti, non saremo capaci del vero Amore.
Nel Vangelo, Gesù chiama a testimonianza della Sua persona le opere che compie: una vita spesa per Amore del Padre e dei fratelli che culmina nell’offerta di sé sulla croce. Il Maestro ci promette, inoltre, che, credendo a Lui, anche i suoi discepoli compiranno le opere che lui ha compiuto: impareranno ad Amare e a donare la vita.
È proprio in questo senso che san Pietro, nella seconda lettura, parla di “pietre” dell’“edificio spirituale” e di “sacerdozio” per offrire “sacrifici spirituali”: ciascuno di noi battezzati, nella misura in cui si stringe a Cristo Pietra angolare, è parte dell’edificio spirituale della Chiesa e ha in essa un ruolo insostituibile. Ognuno badi di essere pietra utile a questa costruzione: stabile nella Grazia di Dio e aderente a Cristo. Il Signore provvederà a rigettare le “pietre di scandalo” che minacciano di fare crollare i fratelli.
Oggi, inoltre, la seconda lettura ci dà la possibilità di soffermarci sul sacerdozio battesimale che accomuna tutti i membri della Chiesa. I battezzati, infatti, lo sappiamo bene, siamo unti Re, Sacerdoti e Profeti. Tutti i battezzati, quindi, siamo sacerdoti, chiamati ad offrire sacrifici spirituali graditi a Dio mediante Gesù Cristo. Per comprendere meglio che cosa siano questi sacrifici spirituali, ci viene incontro san Paolo: «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.» (Rom 12, 1); cioè: «Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio.» (1Cor 10,31). Fate tutto per la gloria di Dio, offrite i vostri corpi (voi stessi). Tutto questo è possibile solo mettendo Amore per il Padre e per i fratelli in quello che facciamo.
Prima di concludere, mi voglio soffermare su una particolare categoria di pietre scartate dal mondo, ma scelte e preziose davanti a Dio: i sofferenti nel corpo e nello spirito. Il mondo, dominato dalla logica dell’efficientismo, non di rado giudica come inutili questi fratelli e sorelle. Proprio loro, invece, nella misura in cui accolgono la loro croce e accettano di vivere la sofferenza (cioè scelgono non di subirla, ma di viverla) trasformandola in offerta d’amore per Cristo, con Cristo e in Cristo, possono vivere in maniera speciale il sacerdozio battesimale diventando pietre preziose per la costruzione dell’edificio spirituale della Chiesa.
Fra Marco.