«Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.» (1Ts 1,1-5)
«Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22, 15-21)
La Parola di Dio di questa domenica ci mette dinanzi una verità fondamentale che dovremmo sempre tenere presente: non c’è altro Dio che il nostro Dio. Nella prima lettura, infatti, Isaia si rivolge a Ciro, un re pagano che non conosce il nome di JHWH, come all’eletto di Dio attraverso il quale il Signore farà risorgere Gerusalemme. Anche chi non conosce il nome di Dio, chi non ha ancora incontrato Gesù Cristo, quindi, se agisce con retta coscienza cercando di compiere il bene con la sua vita, anche se inconsapevolmente e imperfettamente, compie la volontà di Dio ed accoglie la Sua salvezza (Cfr Gaudium et spes n.22).
Il nostro Dio è il Signore della storia, colui che guida i nostri passi nelle via della Vita; a condizione, però, che noi siamo disposti a lasciarci guidare; che noi mettiamo la nostra vita nelle sue mani.
Se il nostro Dio è il Signore della Storia e l’unico Dio, inoltre , non ha senso rivolgersi agli “idoli” cercando in essi salvezza. Non parlo solo degli “idoli” più palesi, ma anche di quelli che subdolamente si insinuano nel nostro cuore e a cui ci attacchiamo come se potessero salvarci: le superstizioni con tutti i riti magico/scaramantici che troppo spesso facciamo in modo di osservare; gli oroscopi con la loro pretesa di farci conoscere in anticipo ciò che ci accadrà; il “mito” del Jackpot milionario; le autorità terrene (che spesso promettono di darci come favore ciò che in realtà ci spetta come diritto); ecc. … finanche il lavoro, quando nella nostra vita prende il posto di Dio. Riguardo il tentativo di prevedere e condizionare il futuro, inoltre, il Catechismo della Chiesa Cattolica è chiaro: «La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo» (CCC 2116).
Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Il nostro Signore oggi è chiaro: a ciascuno il suo. A “Cesare”, all’autorità civile, va dato il rispetto per le leggi, il pagamento del tributo, ma a Dio va data tutta la nostra vita. Se, infatti, a Cesare va restituita l’immagine incisa nella moneta, a Dio va restituita l’immagine che Egli ha impresso in noi. Questa consapevolezza, inoltre, dovrebbe farci rendere conto che non può esserci alcuna autorità che si senta esonerata dall’osservanza della Volontà di Dio.
Consapevoli della nostra doppia cittadinanza (terrena e celeste) i cristiani siamo chiamati a testimoniare nella società civile la Vita bella del Vangelo con l’osservanza delle leggi giuste, con una consapevole partecipazione alla vita politica, ma soprattutto, come oggi ci invita a fare S. Paolo, con l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo.
Fra Marco.